La violenza contro le donne rappresenta un problema di salute pubblica
Il 25 Novembre del 1960 Patria, Minerva e María Teresa, tre sorelle domenicane, furono bloccate in strada da alcuni agenti militari, che le torturarono brutalmente, per poi gettarle, a bordo della loro auto, in un precipizio per simulare un incidente. Le sorelle Mirabal, erano considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.
In ricordo di brutale assassinio l’Assemblea Generale dell’ONU ha indicato il 25 Novembre come la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.
Durante questa giornata in tutto il mondo si organizzano eventi volti a fornire informazioni, promuovere una sana relazione fra i generi e un’educazione sessuale ed affettiva basata sul rispetto reciproco.
La violenza contro le donne rappresenta un problema di salute pubblica che colpisce circa un terzo delle donne di tutta la popolazione mondiale (OMS, 2003).
La violenza è la prima causa di morte delle donne fra i 16 ed i 44 anni, più di malattie o incidenti stradali. In Italia ogni 72 ore viene uccisa una donna dal proprio marito/convivente/fidanzato attuale o ex
Con il termine “violenza di genere” si intendono tutte le tipologie di prepotenza, sia fisica che psicologica, che includono maltrattamenti, percosse, abusi sessuali e femminicidio, ma anche insulti e minacce a danno del genere culturalmente considerato più debole.
Nella maggior parte dei casi si tratta di atti perpetrati da parte di uomini, in particolare partner o ex-partner della donna. Nell’Unione Europea, in merito alle le molestie sessuali, fra il 40 e il 50% delle donne, riferisce di aver subito molestie sul lavoro. Nel complesso fra Europa, Nord America e Australia un terzo delle donne è stato vittima di abusi sessuali.
Le compromissioni psicofisiche che la violenza può portare nella vittima possono dunque essere molteplici, per cui nella maggior parte degli interventi ci si è concentrati non solo sul trattamento, ma anche su tutti quegli aspetti materiali e di ambito giuridico con cui si ha a che fare nelle situazioni di violenza. In quest’ottica, però, spesso ci si assicura di fornire un sostegno di tipo pratico, rischiando di trascurare l’aspetto prettamente psicologico. Spesso le ripercussioni fisiche sulla salute fisica delle vittime, infatti, si protraggono per lungo tempo, anche dopo che l’abuso è terminato, influendo così sulle condizioni di salute e sulla qualità della vita con la possibilità di dover ricorrere frequentemente ai servizi sanitari. Le donne che hanno subìto delle violenze, rispetto alle altre, hanno una maggiore possibilità di soffrire di disturbi ginecologici, come ad esempio il rischio di contrarre, anche ripetutamente, infezioni sessualmente trasmissibili (IST), oppure infezioni del tratto urinario, problemi mestruali, dolore pelvico, sanguinamento vaginale, fibromi e disfunzioni sessuali come, ad esempio, rapporti sessuali dolorosi e calo del desiderio, specialmente nei casi di abusi sessuali.